Il Mausoleo di G. Uziano Rufo
A Polla esiste un monumento romano di età augustea (I° secolo d. C.), che racconta una storia d’amore e spiega l’origine del nome del paese. Ė il mausoleo di Gaio Uziano Rufo che, ridotto a poco più di un rudere, sopravvive in sordina in uno stato di ingiusto oblio.
Si trova in località Tempio, poco distante dall’antico Foro di Annio.Ė la tomba monumentale che una moglie innamorata, Insteia Polla, volle innalzare al marito Gaio Uziano Rufo. Ambedue erano abitanti del locale Foro di Annio. Lui era un affermato magistrato che ricopriva importanti cariche nella pubblica amministrazione della vicina Volcei (Buccino) da cui il Foro dipendeva. Lei era una giovane sacerdotessa di Livia che esercitava il suo mandato nel vicino centro di Atena. Era cresciuta in casa del magistrato il quale l’aveva adottata all’età di sette anni, sviluppando una naturale ammirazione per quest’uomo. Appena Insteia uscì dall’infanzia fra i due scoccò la scintilla dell’amore e convolarono a nozze. Nonostante la differenza di età il loro fu un matrimonio felice che durò ben 55 anni.
Quando Uziano morì la buona Insteia si impegnò a costruire per il marito, quale ultimo atto d’amore, un grande edificio sepolcrale che ne tenesse vivo per sempre il ricordo. A tale progetto dedicò le sue energie e i suoi beni, commissionando l’opera a maestranze specializzate che certo non era possibile reperire in una zona periferica e poco avvezza a grandi costruzioni.
A conclusione dell’impresa, il Mausoleo risultò davvero imponente ed elegante, secondo il modello dei mausolei romani del tempo: costruito in calcestruzzo e rivestito di pietra locale era composto, secondo la ricostruzione dell’archeologo Vittorio Bracco, da una base quadrangolare su cui poggiava un corpo cilindrico.
Al centro del cilindro un rettangolo costituito da sette blocchi di pietra portava l’iscrizione di dedica, racchiusa in una elegante cornice: Insteia Polla sacerdotessa a Gaio Uziano Rufo (…) uomo di grandi qualità che l’aveva accolta in casa fanciulla di sette anni e che poi la ebbe con grande onore come moglie per 55 anni (…)
Insteia affidava così ai posteri il ricordo del marito, ma il mausoleo, acquistava fama ed era indicato, piuttosto che con il nome del titolare, con quello di colei che l’aveva voluto e costruito, passando di bocca in bocca come mausoleo di Polla. E non solo: con l’andar del tempo poi, il nome della donna, Polla, fu trasferito all’intero paese che si era formato alle spalle del Mausoleo, su in collina. Qui gli abitanti del Foro si erano progressivamente rifugiati, perché la via Annia, nel clima di disordini seguiti alla caduta di Roma, era continuamente percorsa da barbari e predatori, che mettevano in serio pericolo la stabilità del piccolo centro, per cui la popolazione optò per una postazione più sicura e difendibile. E fu così che la storia d’amore di Insteia Polla diede il nome al nuovo paese.
Qualche decennio fa è stata affrontata una campagna di scavo dalla Soprintendenza Archeologica di Salerno ed è stata recintata l’area. Della costruzione, tuttavia, rimane poco: sono ben visibili le gradinate della base e parte del corpo centrale, due delle quattro are situate agli angoli e numerosi reperti sparsi e catalogati sul terreno.
Di immediato impatto emotivo risulta la ricostruzione dei blocchi della dedica recanti le parole di Insteia che raccontano la sua storia e quella del marito, al quale – precisa nella iscrizione – il Municipio di Volcei dedicò pubblici funerali e innalzò in suo ricordo una statua equestre nel Foro. Tutt’intorno i deliziosi fregi della cornice raffiguranti una rigogliosa natura di rami, foglie frutti e uccelli, parlano ancora di vita che non viene sconfitta del tutto dalla morte. Un sito, quindi, di grande interesse storico archeologico e umano, ma ancora lontano da interventi operativi che gli diano di